Dopo i bambini costretti a cantare un inno all’allora appena nominato Matteo Renzi, ecco che il Governo ci ricasca. Con una arroganza ed una nonchalance senza precedenti, il Ministero dell’Istruzione ha inserito, tra le tracce dell’Esame di Maturità che vede coinvolti centinaia di migliaia di studenti in tutta Italia, una frase del compagno Senatore a vita Renzo Piano, architetto, o meglio archistar, ultimamente balzato agli onori delle cronache per il suo assenteismo in Senato. La frase incriminata é quella che fa riferimento al “rammendo delle periferie”, ed è un concetto già noto non tanto per essere stato espresso da Piano, quanto per essere stata più volte ripresa dall’ineffabile Presidente del Consiglio.Gioventù Nazionale rileva l’inopportunità di una scelta del genere. Se proprio si voleva affrontare l’argomento, si poteva certamente trovare uno spunto diverso da quello scelto. Non è dato sapere se ci sia stata una volontà vera e propria di inserire proprio quella frase tra le tracce, oppure se vi si stata la volontà di qualcuno al Ministero di compiacere il Capo. In un caso o nell’altro, quanto accaduto resta inaccettabile. Sembrano le prove di un regime strisciante, subdolo, che non si dichiara come tale, ma che mira, attraverso piccoli e relativamente poco eclatanti passi, a modellare le coscienze secondo la volontà del Governo (o di chi ne tira le fila). Sembra il “1984” di orwelliana memoria. Chiediamo quindi che si faccia chiarezza su questo episodio, come lo chiederemo con sempre più forza per tutti quelli che dovessero verificarsi in futuro, e che i responsabili siano individuati e sanzionati adeguatamente, affinché in futuro la scuola non sia utilizzata per plasmare le coscienze su modelli governativi, ma che servano a dare agli studenti gli strumenti per formarsi una propria autonoma coscienza civica, nel pieno rispetto della loro libertà di pensiero. Studenti. Non sudditi.
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